27 Set Gli incentivi a favore della mobilità sostenibile
Gli incentivi a favore della mobilità sostenibile: sono efficaci?
Non mancano ogni giorno i critici alle iniziative del governo, definito da alcuni demagogico nei suoi
provvedimenti a favore della mobilità sostenibile perché rivolti solo ai veicoli elettrificati.
Secondo alcuni l’obbiettivo primario dovrebbe essere sostituire le vecchie auto molto inquinanti con quelle nuove/usate meno inquinanti, indipendentemente che siano benzina o diesel e che abbiano o no bassi livelli di emissioni.
Si parla infatti di veicoli di oltre 10 anni da sostituire con attuali veicoli Euro 6, dimenticando che se glieli facciamo sostituire oggi con veicoli nella norma ma già tecnologicamente ed ecologicamente obsoleti, per chi percorre pochi chilometri o ha scarse possibilità questi rimarrebbero per almeno altri dieci anni e quindi rimanderemmo solo il problema senza risolverlo.
Meglio incentivare veicoli che rappresentano le nuove tecnologie e le basse/nulle emissioni per risolvere i problemi di oggi e domani.
Qualcuno addirittura ripete l’antifona che si deve incentivare senza penalizzare il diesel, e qui ancora una volta mi viene l’orticaria.
Ma come, negli USA tutti i grandi costruttori ( VW, Daimler, FCA) che hanno venduto auto diesel con emissioni dubbie/truccate stanno pagando multe miliardarie, e noi in Italia ci preoccupiamo di non penalizzare il diesel?
La mistificazione sta nel fatto che ora il Ministero dell’Ambiente sta proponendo la legge che toglie
le agevolazioni fiscali al diesel, perché dimostrato che non è ecologico, come da 20 anni sostengono costruttori e stampa specializzata, ma inquinante anche nelle versioni recenti, di cui peraltro nessuno controlla il parco circolante passato e presente.
Tali agevolazioni fiscali di circa 10 cent/litro, per un totale in Italia di 5 Miliardi di Euro/anno, si
sono dimostrate di fatto sussidi dannosi per l’ambiente e come tali vanno rimossi, altrimenti si continuerebbero ad usare fondi nella direzione sbagliata quando si fatica a trovare i fondi per la
direzione giusta, e cioè per incentivare i veicoli a basso impatto ambientale di climalteranti ( CO2)
e inquinanti ( PM ed NOX, gli SOx sono ormai scomparsi dalle emissioni dei veicoli).
Quindi non si vuole penalizzare il diesel, ma finalmente si evita almeno di incentivarlo equiparando la tassazione a quella della benzina
Trovo però giusto che stampa ed attori del settore, costruttori e concessionari, spingano il governo a non focalizzarsi solo sulle auto elettriche, che a parte alcune metropoli non trovano una rete di ricarica adeguata ed a parte le citycar, che con gli incentivi attuali diventano competitive, sono costose e pesanti.
Fortunatamente le case costruttrici oltre a spingere le ultime diesel, per smaltire i magazzini e
ricavare interessanti utili, stanno sfornando vari tipi di veicoli ibridi interessanti per i consumi, il peso ed i costi contenuti, tali da renderli competitivi con i veicoli tradizionali.
A titolo di esempio citiamo le ultime Toyota Yaris e Clio-eTech che dotate di sistemi ibridi avanzati
arrivano a percorrere il 70% dei percorsi urbani in modalità elettrica, con batterie piccole e costi di
circa 1.000€ superiori ai modelli tradizionali benzina, ed avere consumi e costi medi ampiamente
competitivi con i diesel comuni, anche in percorsi extra-urbani ed autostrada.
Interessante è inoltre l’iniziativa di Toyota di introdurre la WeHybrid Insurance che premia la guida
virtuosa, per cui tutti i chilometri percorsi in modalità elettrica vengono scalati dal premio
assicurativo. Trattandosi del 60-70% in modalità elettrica si parla di un bell’incentivo a guidare in
maniera ecologica e risparmiosa, di fatto chi inquina meno più risparmia, è questo il motto che si
dovrebbe adottare per promuovere le auto ibride.
Con gli ultimi incentivi del 15 agosto per veicoli con emissioni da 61 a 90 g/Km e da 91 a 110 g/Km
si è intrapresa una strada adeguata all’attuale situazione di transizione, coinvolgendo
nell’incentivazione questi veicoli ibridi, che emettono circa 95 g/Km, ma anche veicoli di taglia
medio- grande a metano ( ie Audi A4 e Skoda Octavia) che emettono circa 105 g/Km di CO2 e
quasi zero PM.
Purtroppo rientrano in questa fascia incentivata anche le piccole e medie diesel, che emettono
entro il limite di CO2 stabilito, PM e NOx che sulla carta ed ai test delle omologazioni sono sotto i limiti, ma che nessuno controlla sui veicoli stradali oltre a non essere mai citate nelle prove della
stampa specializzata.
I 50 milioni di euro iniziali del 01 agosto sono ormai esauriti, ma dal 15 agosto con il DL 104/2020
altri 400 milioni di euro di incentivi sono stati stanziati, di cui solo 100 per la fascia 91 -110 g/km.
Come dicevo un periodo di transizione, in cui l’Italia deve investire per creare le reti di ricarica e
per avviare l’era dell’idrogeno, nell’ottica di non avere a breve-medio termine veicoli a pura
combustione nelle aree urbane e nel medio lungo anche nelle extra-urbane ed autostrade.
Sarebbe bello liberare la pianura padana da PM e NOX entro il 2030, e per fare questo occorre decidere oggi ed agire rapidamente.
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